top of page

La lettura per un dialogo profondo

Actualizado: 3 abr 2020

Una grande scrittrice e filosofa spagnola, Maria Zambrano, ha dichiarato:

“La scrittura, quando assume la forma letteraria, ha la virtù di preservare le parole e difenderle dalla vanità di un discorso effimero che scompare non appena viene pronunciato nella nostra vita quotidiana”.

Ecco perché leggere un’opera letteraria si riferisce sempre a una relazione e costruisce una realtà profonda che, attraverso il testo, acquisisce un valore esistenziale. infatti, il filologo italiano Ezio Raimondi afferma: “Leggere è un rapporto complesso tra due persone. Chi legge fa vivere un testo, lo realizza, mettendosi così in comunicazione con l’altro,con una diversità.


Nel leggere è implicita la disponibilità ad ascoltare ed entrare in relazione, a non prevaricare l’altro con la propria individualità. Per questo la lettura non è mai un monologo, ma l’incontro con un altro uomo, che nel libro ci rivela qualcosa della sua storia più profonda.”


Gli scrittori hanno sempre saputo che la scrittura corrisponde a un progetto, un desiderio di parlare in un misterioso faccia a faccia, in cui il lettore cerca di capire le motivazioni con cui lo scrittore si rivolge alla comunità. È in contatto con la storia del lettore e con la sua risposta creativa che il testo rivela profondità sconosciute riguardo al suo significato.


E così si può sperimentare ciò che ha detto lo scrittore francese Daniel Pennac: “Quindi ecco il modo di comprendere la virtù della lettura, di astrarci dal mondo per trovargli un senso, entrare in un mondo diverso da quello della nostra vita per discernere il senso proprio del nostro mondo”. “Ecco dunque a cosa serve la letteratura: a dire la nostra presenza nel mondo, a interpretarla, a “digerirla”, a cogliere ciò che va oltre la superficie del vissuto per discernere in essa significati e tensioni fondamentali” (A. Spadaro).

Pertanto, di fronte a coloro che scrivono su Humanum, vorrei proporre di scoprire e sperimentare quello che i linguisti e i filologi identificano come compiti del lettore:


  1. Una qualità è l’attenzione: “leggere significa farlo lentamente per catturare la ricchezza e la complessità dei significati sottostanti; una lettura che non coltiva la velocità, ma la profondità e la durata” (E. Raimondi)

  2. Un’altra qualità è l’osservazione: “Chi legge bene, esamina le parole in profondità, le percepisce nella costruzione, cattura le loro sfumature, verifica i dettagli” (E. Raimondi)


Pertanto, il lettore fa vivere un testo, realizza, comunica con l’altro, con una diversità.

Dice W.H. Auden, poeta britannico,

“Il vero libro non è ciò che si legge, ma ciò che ci legge”.

E A. Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, afferma: “Nella lettura efficace, quindi, esiste una forte relazione tra il lettore e il libro, in cui il lettore non domina le pagine, ma piuttosto vi si muove all’interno e, mentre legge, si legge, legge se stesso.”

Quindi mi piace pensare, in Humanum, a una forte relazione tra il lettore e il testo, al fine di muoversi nella prospettiva di potersi sentire legati, solidali, in debito gli uni con gli altri, in un arricchimento che le varie culture sapranno colorare con l’offerta del proprio spessore conoscitivo.



2 visualizaciones0 comentarios

Entradas Recientes

Ver todo
bottom of page